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Portale dell'Anatolistica fiorentina

Le origini

Firenze vanta una lunga e solida tradizione di studi sull’oriente, le cui radici affondano nei resoconti dei primi mercanti e viaggiatori fiorentini del XIV secolo e arrivano fino all’età moderna.

 

Nel 1859 la città, non ancora sede di un’università, vide la fondazione del Regio Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, il quale mirava a fornire un’istruzione specialistica a coloro che avessero già compiuto studi universitari, anche tramite l’insegnamento di materie non ancora istituzionalizzate a livello accademico, sul modello del parigino Collège de France.
L’Istituto ospitò presto, nella sezione di Filosofia e Filologia, i maggiori orientalisti italiani del tempo. Particolarmente attivo nel campo degli studi sull’estremo oriente e sull’India, seppe accostare a questo un vivace filone di studi vicino orientali. Personalità come l’egittologo Schiaparelli (1856-1928), l’arabista e semitista Lasinio (1831-1914), Giulio Cesare Teloni (1857-1943), probabilmente il precursore degli studi assiriologici in Italia, e l’esperto di studi persiani Pizzi (1849-1920) costituirono un nucleo di studiosi di prima importanza nel panorama europeo degli studi vicino orientali.

 

È nell’ambito dell’Istituto che vide la luce la prima rivista di orientalistica italiana, la Rivista Orientale, pubblicata soltanto dal 1867 al 1868. L’esperienza editoriale proseguì con la nascita, nel 1876, del Bollettino Italiano di Studi Orientali, e in particolare con la fondazione, nel 1886, del prestigioso Giornale della Società Asiatica Italiana, che sarebbe divenuto il principale organo di diffusione degli studi orientali italiani a livello internazionale.

 

Particolare rilievo ebbe in quegli anni la figura di Angelo De Gubernatis (1840-1913), professore di sanscrito e di mitologia comparata presso l’Istituto, la cui attività contribuì in maniera significativa a fare di Firenze un centro di prima importanza nel campo degli studi orientalistici. Nel 1872 fu tra i promotori, assieme a Michele Amari (1806-1889), della Società Italiana per gli Studi Orientali, di cui fu segretario generale, poi trasformatasi, nel 1876, nell’Accademia Orientale, annessa al dipartimento di Filosofia e Filologia dell’Istituto di Studi Superiori.

 

La vocazione orientalista di Firenze, sostenuta dalla creazione di centri di studio e di riviste specializzate, trovò il suo culmine nel 1878, quando la città ospitò il IV Congresso internazionale degli Orientalisti.
Nel 1886, in parallelo con la creazione del Giornale della Società Asiatica Italiana, De Gubernatis fondò il Museo Indiano, le cui collezioni, poi confluite nella raccolta dell’Istituto Superiore di Studi Orientali, sono ospitate dal 1915 dal Museo di Antropologia ed Etnologia.

 

Il dinamismo di Firenze nel campo degli studi orientali viene progressivamente meno attorno alla finedell’Ottocento, quando, con il declinare degli investimenti legati al ruolo di capitale rivestito da Firenze negli anni 1866-1871 e la partenza di numerosi studiosi dall’Istituto, la città perse il suo ruolo di centro privilegiato degli studi orientalistici in Italia in favore di altre sedi.
Particolarmente significativo in questo senso fu il trasferimento di De Gubernatis, il quale, nel 1890, lasciò Firenze per andare a insegnare all’Università di Roma, che sarebbe in poco tempo diventata il nuovo centro propulsore degli studi italiani di orientalistica.

 
ultimo aggiornamento: 07-Dic-2015
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